80-90-Music-Lifeblog-Fashion-clothings-giochi-video-films
Blog su gli anni 80' 90' concernente la Moda,i video giochi,l'abbigliamento,le motociclette,i manga,e film dal 1980 al 1990.
80-90-Music-Lifeblog-Fashion-clothings-giochi-video-films: Iniziamo a conoscerci...
80-90-Music-Lifeblog-Fashion-clothings-giochi-video-films: Iniziamo a conoscerci...: Questo blog nasce per condividere con voi la passione per la bella musica dei mitici,gloriosi anni 80' e 90' che hanno influenzato ...
Gremlins,il film ed i personaggi...
La storia dei Gremlins gli animaletti pelosi inizia con un film del 1984 diretto dal regista Joe Dante.
Il film ebbe molto successo e ne seguirono altri ...successivamente.
Tutto inizia quando poco prima di Natale a China Town un iventore vuole acquistare un regalo speciale per suo figlio:
Ecco la storia...
il padre di Billy cerca un regalo particolare da fargli per Natale e incappa nel negozio di chincaglieria di Mr. Wing, dove in qualche modo riesce a farsi vendere questo adorabile cuccioletto di Mogwai, Gizmo.
Le regole da rispettare per evitare grossi problemi sono tre:
- Non esporlo alla luce diretta, potrebbe anche morire sotto i raggi del sole
- Mai dargli da bere né bagnarlo
- Non dargli da mangiare dopo la mezzanotte
Durante il corso del film queste regole vengono inevitabilmente infrante, portando Gizmo a riprodursi asessualmente e generando delle versioni più raccapriccianti, pericolose e aggressive della loro controparte più tenera, i Gremlins.
Sebbene i Gremlins possano in qualche modo essere tenuti sotto controllo, rappresentano costantemente delle mine vaganti a causa della loro imprevedibilità e incompatibilità con l’ambiente umano. Mr Wing infatti alla fine del film verrà a riprendersi Gizmo, affermando che gli esseri umani non sono ancora pronti per un dono simile.
Inutile dire il grande successo e il merchandising andato a ruba...
Ecco a voi alcune immagini dei mitici Gremlins...
Gizmo il pupazzo buono che poi diventa Gremlins se viene bagnato...
Enjoy...
Catalogo Postalmarket....
Vi ricordate quando non esistevano le vendite on-line..!?
Penso di sì...
Allora facciamo un tuffo nel passato ricordando che prima di e-bay ed Amazzon la faceva da padrone il vecchio catalogo di Postalmarket.
Arrivava nelle nostre case gratuitamente con il postino e subito era grande festa!
Tutti gli davano uno sguardo e tutti avevano una sezione preferita!
C'era chi amava gli abiti per il tempo libero ,chi gli abiti sportivi..,chi amava i giocattoli e chi gli articoli per la casa..e per gli adolescenti c'era la sezione intimo che attirava l'attenzione di tutti i maschietti....e ragazze curiose...
Ecco dunque il catalogo postalmarket era un vero grande atteso evento!
Negli anni 90 circa verso la fine di questo periodo l'azienda che commercializzata i prodotti e' fallita e tutto e scomparso nel nulla.
Si era parlato anche di una rinascita qualche anno fa ma senza nulla di concreto!
Ecco a voi alcune immagini:
Penso di sì...
Allora facciamo un tuffo nel passato ricordando che prima di e-bay ed Amazzon la faceva da padrone il vecchio catalogo di Postalmarket.
Arrivava nelle nostre case gratuitamente con il postino e subito era grande festa!
Tutti gli davano uno sguardo e tutti avevano una sezione preferita!
C'era chi amava gli abiti per il tempo libero ,chi gli abiti sportivi..,chi amava i giocattoli e chi gli articoli per la casa..e per gli adolescenti c'era la sezione intimo che attirava l'attenzione di tutti i maschietti....e ragazze curiose...
Ecco dunque il catalogo postalmarket era un vero grande atteso evento!
Negli anni 90 circa verso la fine di questo periodo l'azienda che commercializzata i prodotti e' fallita e tutto e scomparso nel nulla.
Si era parlato anche di una rinascita qualche anno fa ma senza nulla di concreto!
Ecco a voi alcune immagini:
Le immagini so o state reperite sul web browser Samsung...
Enjoy.
Paninaro....paninari...e monkler...
Negli anni della Milano da bere, uno dei fenomeni di costume più persistenti ancora oggi nell’immaginario collettivo si è costruito attorno a un panino. Non si tratta di un paradosso ma di una delle espressioni dello zeitgeist degli anni 80, un decennio caratterizzato da un edonismo sfrenato e una grande voglia di disimpegno in netta contrapposizione con il decennio precedente.
Colorati, abbronzati e griffati: erano questo i paninari, una sottocultura giovanile che, non avendo avuto eguali nel resto del mondo, ha rappresentato un prodotto 100% made in Italy pur strizzando l’occhio alla moda americana. Ciò che univa i paninari era un dress code rigoroso fatto di capi d’abbigliamento particolarmente costosi per l’epoca (un outfit paninaro dalla testa ai piedi poteva costare anche ben più di un milione di lire), acquistati per essere fieramente esibiti come status symbol al fast food che fungeva da circolo – più che culturale – superficiale.
Ma di che cosa parliamo quando parliamo di paninari? Passiamo in rassegna quindi il total look di un gallo o di una sfitinzia (si chiamavano così i ragazzi e le ragazze al passo con l’estetica e l’etica paninara) per capire, a distanza di oltre trent’anni, cosa sia rimasto di quegli anni 80 di «troppo giusto» da indossare ancora oggi.
Tra i capi cult di questo stile c’è, senza ombra di dubbio, il piumino Moncler. È quella giacca da sci scelta in colori sgargianti a dare quella pennellata di colore alle piazze in cui si radunavano i paninari. La reazione dei «sapiens» (gli adulti secondo il gergo della sottocultura) chiamavano spesso in causa l’«omino Michelin» interrogandosi sul successo di quei giacconi bombati più adatti a «Courma» che alla città. Quel legame a doppio filo con i paninari non ha scalfito il prestigio del brand che vive una stagione d’oro anche grazie alla continua capacità di rinnovarsi. Alla linea tradizionale e tecnica, la Grenoble, Moncler ha affiancato il progetto Genius, otto collezioni in chiave couture in cui la classica giacca da montagna è stata rivisitata da grandi designer come Pierpaolo Piccioli o Simone Rocha.
Sotto il Moncler faceva bella mostra di sé la felpa Best Company, ancora più protagonista quando con temperature più miti il piumino lo si poteva portare smanicato. Logo sfacciatamente esibito in un periodo tutt’altro che minimal: il look prevedeva stratificazioni di marchi in cui il nome si doveva leggere forte e chiaro su una base verde, gialla, fucsia, viola dai toni altrettanto squillanti che gridavano l’appartenenza al gruppo. Dopo anni in cui è stata custodita solo nei ricordi, quella felpa è tornata e lo ha fatto alla grande: per il recente rilancio del brand, poco più di un anno fa, è tornato il designer originario Olmes Carretti e Oliviero Toscani, non solo ha curato la campagna, ma ne è stato anche il testimonial.
Fonte vanity Fair...
Foto reperite dal web .
Canon reflex vintage anni 70'-80'
Le macchine fotografiche anni 70 hanno un fascino molto particolare, forse perché sono sopravvissute più a lungo di quanto i produttori prevedessero oppure perché più semplicemente ci ricordano un’epoca, un tempo , dei momenti che ormai appartengono al passato e non ritorneranno più. Rimane il fatto che trovarne in buone o ottime condizioni sul mercato dell’usato credo sia comunque una soddisfazione per chi ami la storia della fotografia.
La Canon AE-1 è una reflex 35 mm a singolo obiettivo intercambiabile, fu prodotta tra il 1976 e il 1984.
È la prima reflex dotata di microprocessore ed ha ottenuto un significativo successo di vendite (oltre un milione di unità)
Il microprocessore controlla elettronicamente l’esposizione automatica, la trasmissione memorizzata dei segnali, l’esposizione dei dati, il segnale di regolazione del tempo e di completamento. La Canon ha scelto di chiamarla AE-1 proprio perché è stata la prima macchina ad offrire un sistema fotografico elettronico automatizzato. Il CPU calcola, valuta, controlla, rende leggibili e regola i dati necessari per fotografare.
La AE-1 decide automaticamente l’appropriato valore di apertura dell’obiettivo, in relazione alla luce riflessa sul soggetto, dopo che è stata regolata la velocità di otturazione. La struttura di tutti gli obiettivi FD consente a questa Canon di accoppiarsi con le funzioni della priorità della velocità di otturazione.
La Canon AE-1 monta obiettivi della serie FD e non è compatibile con gli obiettivi della serie EF prodotti successivamente anche se sul mercato si possono trovare degli adattatori realizzati da terzi.
L’utilizzo significativo della plastica e dell’elettronica, rispetto agli standard dell’epoca, hanno contribuito a rendere questo modello leggero e poco costoso (circa 400.000 Lire, nel 1976).
Accessori particolari della Canon AE-1
Sul manuale della Canon vengono riportati una serie di accessori prodotti con lo scopo di essere utilizzati proprio con la AE-1. Non possedendo tali accessori, non ho naturalmente potuto provarli.
Il Flash Canon Speedlite 155A è stato realizzato appositamente per essere utilizzato con la Canon AE-1. Quando lo Speedlite 155A è montato sulla AE-1, si può regolare la ghiera delle aperture dell’obiettivo su “A” e il quadrante della velocità di otturazione su qualsiasi posizione, esclusa la posa “B”. Quando la lampada pilota del 155A si accende, lo Seedlite funziona per regolare automaticamente la velocità di otturazione della macchina sulla velocità di sincronizzazione X, nonché l’apertura sul prescritto f/stop.
Dopo il lampo la macchina ritorna automaticamente al sistema di fotografia AE, finché la lampada pilota si riaccende. I Canon Speedlite 177A e 199A consentono la fotografia con il flash allo stesso modo del 155A.
Dopo il lampo la macchina ritorna automaticamente al sistema di fotografia AE, finché la lampada pilota si riaccende. I Canon Speedlite 177A e 199A consentono la fotografia con il flash allo stesso modo del 155A.
Il Canon Power Winder A è un motore per l’avanzamento automatico della pellicola. Quando viene montato sulla Canon AE-1 e si preme l’otturatore, la pellicola avanza immediatamente dopo essere stata esposta. Il Power Winder consente di praticare la fotografia continua o a fotogramma singolo.
Il Canon Data Back A è un coperchio posteriore intercambiabile che serve ad imprimere la data nell’angolo inferiore destro della fotografia. Può inoltre imprimere altri dati (lettere dell’alfabeto o numeri) per classificare le fotografie.
Specifiche tecniche Canon AE-1
Tipo | Reflex 35mm ad obiettivo singolo con esposizione automatica (AE) controllata elettronicamente ed otturatore sul piano focale. |
Dimensione Pellicola | 24 x 36 mm. |
Obiettivo Normale | Canon FD 50mm f/1.4 SSC, FD 50mm f/1.8 SC. |
Obiettivi Intercambiabili | Serie Canon FD, con misurazione luce a tutta apertura e accopiamento AE. Serie Canon FL con misurazione stopped-down (chiusura), obiettivi TS, Fisheye e a specchio. |
Otturatore | Non metallico, sul piano focale. Ha incorporati meccanismi antiurto e per attenuazione del rumore di funzionamento. Tutte le velocità di otturazione sono controllate elettronicamente. 1/1000, 1/500, 1/250, 1/125, 1/60, 1/30, 1/15, 1/8, 1/4, 1/2, 1 secondo, 2 secondi, e “B”. sincronizzazione X a 1/60 di secondo. |
Sincro Flash | La sincronizzazione X è a 1/60 secondo. La sincronizzazione M è a 1/30 di secondo o più sotto. |
Mirino | Pentaprisma fisso. |
Campo Visivo | Copertura del 93,5% dell’area verticale, 96% dell’area orizzontale della fotografia. |
Sistema Misurazione Luce | Attraverso l’obiettivo (TTL), misurazione con maggiore percettività al centro, impiegando una fotocellula al silicio quale elemento fotosensibile. |
Alimentazione | Una batteria da 6 V all’ossido d’argento (Eveready N° 544, UCAR N° 544, JIS 4G13 o Mallory PX28) o batteria alcalina-manganese (Eveready N° 537, UCAR N° 537). La batteria, nell’uso normale, dura circa 1 anno. |
Caricamento Film | Eseguito facilmente su rocchetto a varie fessure. |
Contatore | Di tipo additivo. Ritorna in posizione “s” quando viene aperto il coperchio posteriore della macchina. Nel riavvolgimento i fotogrammi vengono contati a ritroso. |
Avvolgi Pellicola | Manovella. |
Dimensioni e Peso | 141 x 87 x 48 mm, 590 g.
Fonte articolo: scrivereconlaluce.it
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Il walkman Sony....la storia.
Il walkman ha rappresentato
una rivoluzione nell'ascolto della musica per tutti i giovani e meno giovani...
Lo si usava in camera,sugli autobus in gita,durante il tempo libero e le passeggiate all'aperto...ed anche per fare jogging nei parchi pubblici.
Chi non ne ha posseduto uno.
Il primo fi senz' altro il walkman della Sony;ma successivamente anche altre aziende lo produssero...come Aiwa per esempio..
Le musicassette erano pratiche e leggere e costavano poco ecco il motivo del grande successo.
Ecco alcuni cenni sulla storia del walkman...
Esattamente 40 anni fa, il primo
luglio del 1979, in Giappone venne messo in commercio per la prima volta il Walkman, uno strumento che ha rivoluzionato il modo in cui si ascolta la musica, e senza il quale oggi probabilmente non andremmo in giro con un paio di auricolari nelle orecchie ascoltando canzoni. Lo produsse l’azienda di elettronica giapponese Sony, che negli anni successivi dominò il mercato dei lettori portatili di musicassette grazie a questa invenzione.
Le musicassette erano state brevettate nel 1963 dalla società olandese Philips, e da allora erano diventate uno degli strumenti più popolari per ascoltare musica fuori di casa. A differenza dei dischi in vinile, considerati qualitativamente migliori ma più ingombranti, le musicassette erano piccole e maneggevoli, perfette per essere ascoltate nell’impianto stereo della macchina. Negli anni Settanta si diffusero anche alcuni riproduttori di musicassette portatili, che però erano utilizzati principalmente per lavoro. Non riproducevano in audio stereo ed erano ancora piuttosto pesanti, più adatti a essere posati su un tavolo durante una riunione che tenuti in mano camminando, e potevano effettuare registrazioni o riprodurre una cassetta (generalmente microcassette, un formato utilizzato principalmente nelle segreterie telefoniche e nei registratori vocali, ma non per incidere musica). La Sony li chiamava “Pressman”, perché erano pensati soprattutto per i giornalisti che avevano bisogno di registrare interviste.
Nel 1978 la Sony ne produsse un modello che fu poi alla base del Walkman, il TC-D5. Era alimentato solo a batterie e poteva riprodurre musicassette con un’ottima qualità del suono: era però molto costoso (circa 1.000 dollari) ed era ancora parecchio voluminoso. Ne era un grande utilizzatore il cofondatore della Sony, Masaru Ibuka, che si dice amasse usarlo per ascoltare musica durante i suoi viaggi di lavoro in aereo. Ibuka lo trovava però troppo grande, e chiese quindi al dipartimento che si occupava della produzione di registratori, guidato da Kozo Ohsone, che ne sviluppasse per lui un modello più leggero, da cui fosse eliminata la possibilità di registrare e che potesse riprodurre musica anche in stereo. Sul modello della versione del TC-D5 realizzata per Ibuka, Akio Morita, l’altro fondatore della Sony, chiese di sviluppare un riproduttore di musicassette ancora più piccolo e che fosse accessibile a più persone possibili, in modo da commercializzarlo in tempo per per le vacanze estive del 1979.
Ohsone e gli ingegneri della Sony si misero al lavoro per realizzarlo in tempi brevi e utilizzarono come base il TC-D5, ma per abbassarne il prezzo decisero di usare materiali di minore qualità. Nacque così il TPS-L2, un oggetto compatto dal peso di circa 400 grammi alimentato da due pile stilo, che venne chiamato Walkman. Il primo modello era blu metallizzato, un colore scelto da Sony perché richiamava quello dei blue jeans. Non aveva un altoparlante, e per riprodurre una musicassetta era necessario utilizzare un paio di cuffie collegate tramite un jack audio.
Inizialmente il Walkman avrebbe dovuto avere incluse un paio di grandi cuffie, di quelle che coprono tutto il padiglione auricolare: solo che sarebbero state molto più grandi dello stesso Walkman, rendendo inutili i tentativi di rendere quello strumento qualcosa da portare tutti i giorni in giro con sé. Il Walkman venne quindi venduto con un paio di cuffie più leggere, che la Sony aveva iniziato a sviluppare tre anni prima, che avevano dei piccoli auricolari ricoperti da cuscinetti di spugna. Il primo modello non permetteva di fare registrazioni, ma dava la possibilità di utilizzare due cuffie contemporaneamente e aveva un pulsante “Hotline” che permetteva a due persone di parlare tra di loro attraverso il microfono del Walkman anche mentre c’era della musica in riproduzione. La funzione venne eliminata nei modelli successivi.
Fu Oshone a proporre di chiamarlo Walkman, sul calco del vecchio Pressman, perché dava l’idea di un oggetto da usare mentre si cammina (si può tradurre come “persona che cammina”, dall’inglese walk, “camminare”, e man, “persona”). Non tutti però alla Sony erano convinti di questa scelta, anche perché poteva sembrare una storpiatura giapponese di quella che sarebbe la corretta dicitura in inglese (walking man). Qualcuno ipotizzò di chiamarlo Walky, ma alla fine Morita decise di sostenere la scelta di Oshone, anche perché ormai il nome Walkman era già stato stampato sulle confezioni e sui manifesti pubblicitari e non c’era più tempo per cambiarlo.
Il Walkman venne messo in vendita in Giappone il primo luglio al prezzo di 39mila Yen (circa 130 euro dell’epoca, che oggi sarebbero circa 4-500 euro, tenendo conto dell’inflazione) e ne furono prodotte inizialmente 30mila unità. La presentazione ai giornalisti avvenne qualche giorno prima, il 22 giugno, ma non con una classica conferenza stampa. I giornalisti vennero portati con un bus al parco Yoyogi-kōen di Tokyo, e a ognuno di loro venne dato un Walkman con una cassetta su cui era registrata la descrizione del prodotto. La registrazione includeva anche alcune azioni che i giornalisti dovevano fare, e alcuni attori che davano dimostrazioni dell’uso del Walkman.
La popolarità del Walkman negli anni Ottanta fu tale – nel frattempo molte aziende cominciarono a produrne le loro versioni – che nel 1986 la parola venne inclusa anche nell’Oxford English Dictionary, il principale dizionario della lingua inglese. Il suo successo fu dovuto a molteplici fattori, non ultimo una nuova attenzione nel mondo occidentale per l’esercizio fisico e per il jogging in particolare. Con il Walkman per la prima volta fu possibile fare una cosa che oggi ci pare del tutto naturale, ma che all’epoca non lo era: andare a correre ascoltando della musica.
La diffusione delle musicassette nel corso degli anni declinò gradualmente, in favore di formati con un audio migliore, come i CD, e Sony decise di attribuire il nome Walkman anche a dispositivi in grado di riprodurre CD e MiniDisc. Arrivò però tardi nella creazione di un lettore MP3: mentre infatti nel 2001 Apple introdusse l’iPod, Sony preferì concentrarsi sui lettori di musica in formato ATRAC, che si rivelarono in poco tempo un insuccesso. Nel frattempo Sony continuò a vendere anche i Walkman per riprodurre musicassette: la produzione venne interrotta definitivamente il 23 ottobre del 2010.
Oggi Sony non produce più lettori di musicassette, e i prezzi di quelli originali su eBay possono arrivare anche a diverse centinaia di euro. Nonostante il Walkman non sia più in produzione, negli ultimi anni le vendite di musicassette sono tornate a crescere dopo anni di silenzio. Grazie ad alcuni famosi artisti come Taylor Swift, Jay-Z e Lana Del Rey, che hanno messo in vendita i loro ultimi dischi anche in musicassetta per i collezionisti e gli amanti delle cose vintage, nel 2018 negli Stati Uniti sono state vendute 219mila musicassette, il 23 per cento in più che nel 2017. Nel 2014, inoltre, il Walkman si è rivisto anche al cinema, nel film del 2014 I Guardiani della Galassia, dove Star-Lord (interpretato da Chris Pratt) lo usa nella scena iniziale per ascoltare Come and Get Your Love dei Redbone.
Fonte storia: "il Post"
Fonte storia: "il Post"
L'ultima immagine è un modello di walkman che riproduce formati digitali che però non ha avuto gran successo a causa di numerosi altri dispositivi più performanti come l'Ipad della "Apple".
Fonti foto browser Samsung.
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